Si fa un gran parlare del regolamento AGCOM, io onestamente non vedo il problema.
Vuoi musica ma non vuoi pagare quello che chiedono?
Vai su jamendo (http://www.jamendo.com/it/search) e puoi ascoltare tutta la musica che vuoi senza spendere un euro, io mi ci passo le serate a volte alla ricerca di qualche buon pezzo (e buoni pezzi ce ne sono).
Vuoi un programma ma non vuoi pagarlo?
Esiste il software libero.
Se vuoi quello che ha l’amico, perché ce l’ha anche l’amico dell’amico ma non vuoi pagare e neanche hai voglia di scomodarti perché ti tocca di mettere un attimo in movimento i neuroni perché non c’è l’icona che ti aspetti, del colore che ti aspetti, nel posto in cui ti aspetti che sia… allora forse sei tu che sei sbagliato.
Io sono undici anni che ho sempre sistemi operativi e programmi all’ultima moda senza spendere un euro e senza per questo violare la legge.
Stesso discorso per i libri.
Ci sono persone di buona volontà che pubblicano ebook liberamente distribuibili e scaricabili basta la voglia di cercare.
Per il cinema è un problema un po’ più grande ma se qualcuno ha una buona idea credo che con il crowdfunding e il tam tam della rete il problema si possa risolvere.
E onestamente non mi pare che i siti che offrono musica libera con licenza Creative Commons (l’anzidetto Jamendo tanto per citarne uno), o i siti che indicizzano sistemi operativi rilasciati con licenza GPL (http://distrowatch.com), o che diffondono ebook gratuitamente perché così ha deciso l’autore del libro (http://www.ebookgratis.net) siano censurati.
Non sono famosi?
Ma chi ha detto che essere famosi sia necessariamente garanzia di qualità.
Magari diventeranno pure famosi quando la gente smetterà di piratare quello che passa il convento violando la legge e dedicherà il tempo perso a piratare alla scoperta di talenti ancor più meritevoli in quanto non rincorrono il facile guadagno ma rendono disponibile la loro opera gratuitamente o al più al prezzo di una donazione di cui l’importo è libero per permettere a tutti di acculturarsi anche se non si hanno capacità di spesa.
Il copyright ha ragione di essere, l’importante è che non venga negato il diritto di essere a chi, produttore di contenuti, sceglie di non aderirvi e distribuire la sua opera in maniera indipendente e che non vengano demonizzati i protocolli utilizzati per il file sharing perché non è il protocollo che compie l’illecito ma l’uomo e non sono utilizzati solamente per perpetrare illeciti ma anche per distribuire contenuti legittimi.
E se siamo qui a parlarne vuol dire che non c’è poi tutta questa censura che qualcuno paventa.
Se non si promuovono i contenuti liberi, come ho cercato di fare io con questo mio modesto contributo, la rete si trasformerà giocoforza in un supermercato anche senza regolamento AGCOM per carenza di contenuti alternativi.
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