A Natale bisognerebbe essere tutti più buoni ma io purtroppo sono bastardo nel dna e neanche a Natale riesco a non pormi domande.
In principio era la SIAE e non c’era autore che non ambisse di iscriversi a lei.
Era il ‘900.
Ora, grazie alla rete, si è scoperto un modo nuovo di “autopromuoversi” diffondendo la propria opera con licenze Creative Commons che non è già, si badi bene, rinunciare al diritto d’autore, di vedersi riconosciuta la paternità dell’opera, ma semplicemente si decide di mettere la propria opera a disposizione di tutti contando che ne venga riconosciuta la qualità e che il fruitore, apprezzando il lavoro svolto dall’autore, ne dia un tangibile riconoscimento con una donazione anche se non pone in capo al fruitore, per magnanimità, l’obbligo di donare.
Io sono un povero ignorante uomo della strada quindi, approfittando della disponibilità – e non è mera ironia ma veramente una persona squisita come poche ne ho incontrate in questi quattro anni di avventura – ho chiesto l’opinione del Dott. Mazza presidente FIMI ovvero il rappresentante di tutta l’industria musicale vecchia maniera Italiana.
Io chiedevo un riconoscimento giuridico ufficiale (una norma di legge insomma), che mi pareva mancasse nel diritto positivo.
Questa la sua risposta a mezzo Twitter:
enzomazza @enzomazza 23 Dic
@Prof_Sconvolto@fulviosarzana ma CC è già parte del contesto giuridico, non ci vuole norma.
Ora, se le licenze Creative Commons sono già parte del contesto giuridico e quindi è riconosciuto lo status di autore a chi pubblica la propria opera con dette licenze perché i compensi derivanti dalla “tassa” sui supporti informatici va’ a beneficio dei soli iscritti SIAE?
http://www.siae.it/Utilizzaopere.asp?link_page=MusicaMFV_CopiaPrivataNormativa.htm&open_menu=yes
Caro Babbo Natale tu che viaggi in ogni dove porta a Bruxelles la mia letterina e speriamo che al tuo ritorno tutti gli autori di qualsiasi colore possano trovare un equo regalo per questo Natale.
Buon Natale a tutti.
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