No non è mia intenzione rappresentare la situazione del paese, qui siamo talmente in fondo che non basta neanche più scavare, si è costretti a trivellare, vorrei parlarvi di fondi di investimento.
Nessun consiglio per gli acquisti, non essendo iscritto all’albo dei promotori mai violerei la legge, vorrei solo stimolare una riflessione nell’interesse del consumatore investitore.
E ora vi beccate il solito aneddoto. :p
Iniziai ad operare in proprio sui mercati finanziari (in specie azionario Italia e USA) a luglio 2013 e in quei sei mesi del 2013 realizzai un guadagno netto di oltre il 13% tanto che l’allora direttore della filiale fece il mio nome ai vertici dell’istituto di credito, uno dei primi in Italia.
Ma si sa, in Italia non contano competenze ma pezzi di carta, non sono laureato alla LSE (London School of Economics and Political Science) ed essendo un umile uomo come tutti non ho amicizie altolocate quindi fu un nulla di fatto.
Parlando con un amico venni a sapere che nel 2013 aveva detenuto quote di un fondo azionario ergo, incuriosito, gli chiesi quanto avesse guadagnato.
Io ho pochi amici ma veri quindi senza problemi mi rispose che nel 2013 sul capitale versato nel fondo aveva guadagnato il 5%, insomma, visto il rischio degli strumenti puramente azionari, una ciofeca di rendimentto.
Allora io sono un fenomeno?
Assolutamente no, io sono un cretino anzi, Il Cretino, e allora?
No, non è un problema di costi di ingresso e gestione che, anche se comunque a mio sommesso avviso altini, incidono per pochi punti percentuali ma…
Il problema è il meccanismo con cui funzionano i “mercati”.
In realtà non è “carico un ordine di acquisto e se qualcuno vende al prezzo che io offro l’affare è fatto” c’è il fattore umano che in realtà oggigiorno neanche servirebbe più potendosi completamente automatizzare il processo di negoziazione con un semplice “if … then” (una banale istruzione condizionale) visto che il London Stock Exchange (eh, già anche Borsa Italiana non è più italiana ma controllata dalla borsa di Londra) funziona con sistemi operativi (GNU/Linux) real-time e quindi a parte un controllo di funzionamento sul programma quando viene lanciato in produzione non servirebbe più neanche chi controlla e sulle cui capacità di “controllori” anche altri, non poveri ignoranti come me, dubitano.

E che c’entra il fattore umano con lo scarso guadagno dei fondi?
C’entra eccome e più di una volta l’ho spiegato brevemente su twitter.
Spesso mi sentite parlare di civette, aumentoni, pompatone, partite di giro ma chi c’è dietro?
Appunto quegli uomini che quei fondi di investimento li gestiscono.
Non ci credete? E allora vi beccate un altro aneddoto.
A luglio 2014 avevo azioni Apple in portafoglio aquistate post split a poco più di 92 dollari, il giovedì sera venni a sapere che i fondi stavano lavorando per dare una pompatina a MPS e che tra il martedì e il mercoledì successivo avrebbe fatto il botto.
E lo fece ma io non sono il tipo che si fa trovare con le mani nella marmellata e dice che sono stati altri a rubarla quindi mi tenni le mie Apple, io sono modesto, mi accontento, e ci guadagnai comunque più di 15 dollari ad azione e lasciai perdere il 50% che avrei guadagnato in 5 giorni se avessi comperato le MPS il venerdì mattina.
Ma come, ha realizzato un +50% in 5 giorni, come fai a dire che i fondi non ci guadagnano?
Non ci guadagnano proprio perché per dare una parvenza di realtà alla pompatona le azioni sono da mettersi fisicamente, sovra costo, in portafoglio quindi quando poi scende, se il mercato dei polli non becca, ci rimetti soldi veri (i famosi milioni che sentiamo dire bruciati dai TG) e questo intacca pesantemente i rendimenti globali del fondo.
Insomma, tra mercato degli amici – oggi ci guadagno io domani ci guadagni tu – e controllori che paiono non molto controllanti agli investitori del pollaio restano le briciole se non ti arrangi in proprio.
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