Chiedo scusa a tutti per il titolo tra il serio e il faceto anche se il tema dell’articolo è serio eccome e chiedo scusa al comico (non chi pensate voi) di cui ho preso in prestito la battuta.
Sabato 15 ultimo scorso presenziavo al Convegno Nazionale sul futuro della Scuola della Repubblica (http://www.scuolaecostituzione.it/parolechiave/) organizzato dal comitato Scuola e Costituzione (nato dalla fusione, Bruno correggimi se sbaglio, del Comitato Articolo 33 e Costituzione La Via Maestra).
Sono abituato a rendere onore al merito prescindendo dalla parte e devo dire che il poco apprezzato Professor Ichino mi è sembrato il più aperto al dialogo seppur in minoranza.
Ecco quindi, sperando di non aver preso un granchio, che corro in aiuto al Professore (https://twitter.com/articolo33/status/444800999157678081).
Esimio Professore, i test mnemonici per l’accesso alle facoltà universitarie non sono stati apprezzati, nemmeno dal sottoscritto e l’ho rappresentato nel mio intervento, però Lei dice che è difficile trovare altri sistemi per evitare il sovraffollamento.
Le faccio una proposta che mi sembra degna di essere presa in considerazione.
Perché anziché favorire il “nomadismo” degli universitari con tutto quello che ne consegue (disagi dati dall’essere fuori sede, pagare esorbitanti affitti in nero che oltre ad essere illegali sono uno scoglio che si frappone tra lo studente e il diritto all’istruzione, solo per esemplificare) non si lega l’accesso ad una determinata università secondo il requisito anagrafico come già avviene, con successo, per i CSM (Centri di Salute Mentale)?
Resta salvo che eventuali posti che residuano possono essere messi a disposizione di studenti fuori sede.
Verò è che nel Suo intervento ha rappresentato la difficoltà di ricoprire cattedre in alcune sedi ma mi consenta una riflessione e scusi se parto da lontano.
Viviamo o no in una Repubblica la cui Costituzione sancisce il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini?
E allora perché un dipendente privato deve giocoforza accettare il trasferimento “imposto” dall’imprenditore (mi sovviene il caso di quei dipendenti che il lunedì recandosi al lavoro hanno trovato i cancelli chiusi e un messaggio dell’imprenditore che informava di essere stato costretto, per non chiudere l’attività, a trasferirsi in Polonia e che chi voleva lo poteva seguire) mentre un professore, dipendente pubblico, deve poter godere dell’inamovibilità?
Scusi Professore ma credo che se questo paese già va’ male non è perché i forti che cacciano di più stanchi di condividere con tutti il frutto del loro lavoro abbandonano la comunità, la colpa è delle rendite di posizione a prescindere che siano stipendi principeschi di parlamentari, assurde pretese di aumento dell’equo compenso da parte di “autori” iscritti SIAE, o inamovibilità di professori.
IMHO
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