Egregio Dottor Squinzi, avevo sempre creduto di essere normalmente intelligente ma onestamente non riesco a capire il Suo intervento.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/associata/2013/05/23/Squinzi-Italia-orlo-baratro-ora-obiettivo-sia-crescita-_8753021.html
“Ce la metteremo tutta”
Ma ci prende per il posto in cui non batte mai il sole?
Ma se a portarci sull’orlo del baratro, oltre ai politici senza distinzione di colore, in larga misura hanno contribuito proprio gli associati dell’emerita associazione da Lei presieduta.
Come pensa di far uscire l’Italia dal baratro?
Forse ha intenzione di convincere i Marcegaglia a chiudere i tre nuovi stabilimenti polacchi per riportare lavoro a Gazoldo degli Ippoliti?
Non si fidi Dottor Squinzi, la Marcegaglia aveva firmato un accordo con i sindacati in cui si impegnava, almeno per lo stabilimento storico di Gazoldo, a non licenziare ne a chiedere cassa integrazione e invece ha fatto tutto il contrario e ora in Polonia, a costo inferiore così si massimizza il guadagno, produce gli stessi prodotti che prima produceva in Italia.
Chiederà ai Benetton di riportare la produzione dalla Cina all’Italia?
Neanche di loro mi fiderei molto.
Eh Dottor Squinzi, come nella campagna per la giornata mondiale contro l’aids del 2012 il baratro è uno specchio e dentro ci sono i suoi associati.
Però, al contrario dell’aids che forse un giorno verrà sconfitto dalla ricerca, l’egoismo dei Suoi associati che portano la produzione all’estero per massimizzare i guadagni e non avere problemi sindacali non si può guarire e l’Italia continuerà la sua corsa al di la dello specchio, dritta dentro il baratro creato da 70 anni di mala politica e dai Suoi associati.