Sento sempre più spesso negli ultimi giorni i telegiornali parlare di ritorno della crisi.
A parte che guardandomi attorno mi viene da chiedermi, scusate se sono ignorante, dov’è questa paventata crisi.
L’autostrada A14 appena arriva la bella stagione già dal venerdì sera in direzione mare è presa d’assalto, l’apertura di Trony a Roma ha paralizzato mezza città perchè preso d’assalto da orde di persone per cui l’acquisto di generi tutto sommato voluttuari sembra l’unica ragione di vita.
Se ci fosse veramente crisi l’autostrada sarebbe sempre tristemente vuota e le code, ammesso che qualcuno avesse soldi in tasca, al più si farebbero per comperare generi di prima necessità.
La crisi più che dell’economia, almeno in Italia, sembra essere del modello capitalistico che sta mostrando tutti i suoi raggiunti limiti.
La gente ormai ha già tutto cosa dovrebbe comperare ancora?
E poi finchè i maggiori gruppi industriali nazionali come la Marcegaglia, tanto per non fare nomi, aprono stabilimenti all’estero – la Marcegaglia ha aperto tre stabilimenti faraonici in Polonia in cui peraltro produce gli stessi prodotti che produceva nello stabilimento di Gazoldo degli Ippoliti perchè la la manodopera costa meno e i dipendenti italiani di Gazoldo li mette in cassa integrazione, come potremmo pretendere di rilanciare l’economia italiana? Di vedere il PIL aumentare?
Per carità non bollatemi come comunista, non lo sono e se avrete la bontà di continuare a leggere ne concorderete.
Parte della colpa è anche dei sindacati che a parte lamentarsi sono incapaci di avanzare proposte attuabili e concrete.
Invece di andare in piazza a protestare perchè le aziende chiudono aiutassero i dipendenti ad organizzarsi in cooperativa e a concorrere con l’imprenditore “latitante” sul mercato.
L’occupazione persa a causa degli imprenditori verrebbe recuperata e si controbilancerebbe il potere che hanno pochi gruppi di interesse come Fiat che invece possono fare il bello e il cattivo tempo demolendo persino lo stato sociale.
Non è utopia, non ricordo bene la storia ma anche poco tempo fa’ una ceramica in crisi è stata riorganizzata da alcuni degli stessi dipendenti che, investendo la loro liquidazione, si sono costituiti in cooperativa e ora non solo stanno essi stessi lavorando ma stanno creando anche occupazione.
Non è comunque solo colpa di imprenditori e sindacati.
Parte della colpa è anche di buona parte delle persone comuni subito pronte a scendere in piazza se l’azienda chiude, subito pronte a pretendere e a lamentarsi salvo poi eclissarsi se qualcuno gli proponesse di rimboccarsi le maniche e darsi da fare essi stessi per modificare la situazione.
Lo vedo io stesso con le persone che dicono che le mie idee sono interessanti ma quando anche solo gli si chiede di diffonderle, e con internet non è una gran fatica, la maggioranza ha inderogabili impegni che non gli consentono di donare neanche un minuto per una causa di cui riconoscono comunque la validità pur se non gli viene richiesto neanche un centesimo; non è nel mio stile non chiederei mai soldi convinto come sono che perseguire il bene della sociètà debba essere una missione.
In definitiva, vogliamo smettere di sentir parlare di crisi nei telegiornali?
Non serve spegnere la televisione basta semplicemente rimboccarsi le maniche e iniziare a lavorare.
1 novembre 2011 alle 19:43 |
Veramente le cooperative di lavoro che rilevano le aziende fallite ci son dietro i sindacati.
Il guaio dei fallimenti in Italia è che un imprenditore guadagna di più far fallire (eco perchè si riprendono) e se ne frega della gente ma della sua tasca!
Ciao
1 novembre 2011 alle 22:22 |
Io per fortuna ho avuto solo una volta nella vita l’esperienza di rimanere in un fallimento nel 1996 e di avere quindi rapporti con il sindacato in tema di fallimenti.
Fu fatta una riunione con il sindacato, in specie la CGIL, in cui la stessa si offrì di “tutelare” i dipendenti e di curare in loro nome e per loro conto l’insinuazione al passivo.
Il conto era il 20% del lordo che il lavoratore avrebbe percepito dal Curatore Fallimentare da versarsi alla CGIL.
Il 20% del lordo! Ti rendi conto? Pretendevano di riscuotere anche sui soldi che tu fisicamente non avresti avuto perchè andavano in tasse!
Io ho rifiutato l’offerta e grazie alla mia esperienza giuridica ed economica mi sono fatto i conti da solo e mi sono insunuato, in proprio, al passivo tanto la procedura è semplice per un creditore privilegiato quale è un dipendente.
Morale, io ho ricevuto immediata comunicazione dal Curatore del fallimento che era disponibile l’assegno (ho incassato l’80% lordo di quanto avrei dovuto avere ma meglio di niente), chi si è fatto tutelare dal sindacato ha imparato con 15 giorni di ritardo che gli assegni erano disponibili e ha incassato realmente il 64% lordo perchè il 20% di quell’80% che il Curatore è riuscito a liquidare è andato al sindacato.
Se in questi anni il sindacato è cambiato non lo so, anche se non mi pare vedendo i vari telegiornali, e da allora io ho chiuso con qualsiasi sindacato.
Io ho la fortuna che mi so tutelare da solo ma più che tutelare i lavoratori, almeno nel caso di cui sopra, mi sembra un approfittare della loro ignoranza ecco perchè sono scettico rispetto a quello che tu scrivi nel commento.
2 novembre 2011 alle 08:23
Caro massimo ogni avvocato percepisce minimo il 20% di una somma da riavere oppure un pagamento anticipato!!! Poi esiste caso e caso e io di solito spunto il 10% o 8% o anche meno.
Sia che devi avere da una assicurazione per danni, che da un prestito, che da una causa danni, o altro, ecc. ecc…
In questo caso il sindacato era un servizio d’avvocato.
Ti è andato bene che il curatore era “onesto” (nel senso pieno) o/e che te eri particolarmente bravo se no aspettavi ancora adesso i tuoi soldi.
Dato che la fortuna non gira sempre bene la prossima volta conviene che data la malfidenza verso i sindacati (che è un tuo diritto pensarlo) ti appoggi ad un avvocato privato.
Nota esterna al discorso: Guarda le cifre d’affari nei vari anni nel commercio e scoprirai che la gente è sempre in giro (sembra che non ci sia crisi) ma spende sempre meno anche quella italiana che è all’estero. (ma c’è la crisi)
Ciao
2 novembre 2011 alle 19:55
Non mi è andata bene e il curatore era onesto, ho semplicemente presentato quanto dovevo nei termini e nelle forme di legge, non mi avrebbero potuto escludere.
Come invece quello che era il Pretore ( e ora si chiama Tribunale in composizione Monocratica) ha detto testualmente “Mi piange il cuore a non poterla ammettere in udienza, ci sono molti avvocati che fanno ben peggio di lei, gli atti sono perfetti.” quando mi sono presentato, ho ancora il fascicolo a casa, in proprio con un pignoramento presso terzi pur sapendo che dall’anno prima era stata esclusa la possibilità di stare in giudizio senza il ministero di un difensore.
Alla fine ho trovato un accardo stragiudiziale che è comica perchè eravamo davanti ad un Giudice, con il terzo pignorato e io ricevevo comunque un quinto dello stipendio di chi mi era debitore direttamente sul conto corrente tutti i mesi fino ad estinzione del debito e ciò mi ha permesso di risparmiare 2 milioni e mezzo di lire dell’epoca che sarebbero andate al legale e questo è andato anche a beneficio del debitore perchè si è trovato a dover rifondere solo l’importo del debito originario senza aggravio di ulteriori spese.
Non è fortuna è semplicemente mettere a frutto quell’intelligenza che il Signore ha concesso a tutti.
C’è chi come me la usa e chi no e purtroppo, come tu affermi “uarda le cifre d’affari nei vari anni nel commercio e scoprirai che la gente è sempre in giro (sembra che non ci sia crisi)” sono molto pochi quelli che si ricordano che il Signore li ha dotati d’intelletto.