Visto che nessun mezzo di informazione si è preoccupato di dar conto di altro, pur se impatta fortemente sull’allungamento della definizione delle controversie e quindi, in buona sostanza, sul diritto di avere giustizia, se non del famigerato “Processo breve” ci proverò io.
Si è fatto un gran parlare di “Processo breve” come panacea per risolvere le annose lungaggini, dovute per altro non a cattiva volontà ma a scarsità degli organici, della giustizia Italiana, si dice che manchino i fondi però per buttare soldi in opere inutili alla Maddalena o per l’inutile Ponte sullo Stretto di Messina i fondi si trovano, e poi, sotto banco, si fa’ in modo che questi tempi, per i comuni cittadini e le imprese, si allunghino.
No, non è follia, purtroppo è realtà, frutto della mente di chi pensa ai propri interessi e non all’interesse generale che invece dovrebbe perseguire nonostante i suoi proclami di agente nell’interesse del paese, già ripresi anche in vista della scadenza elettorale del 2013 (bisogna prepararsi per tempo!).
Il 20 marzo 2011 è entrato in vigore l’Obbligo del tentativo di mediazione introdotto dall’articolo 5 del Decreto Legislativo 4 marzo 2010 n. 28.
Ciò prevede che per problemi legati a
– diritti reali;
– divisioni;
– successioni ereditarie;
– patti di famiglia;
– locazione;
– comodato;
– affitto di aziende;
– risarcimento del danno derivante da responsabilità medica;
– risarcimento del danno derivante da diffamazione con il mezzo della stampa o altro mezzo di pubblicità;
– contratti assicurativi, bancari e finanziari;
prima di adire le vie legali sia obbligatorio aver esperito il tentativo di mediazione.
E per “fortuna” detto obbligo, per quanto attiene a controversie derivanti da danni cagionati da sinistri stradali e della navigazione e in riferimento a controversie condominiali entrerà in vigore dal prossimo anno.
Insomma, se avete subito danni da un sinistro o avete liti condominiali pendenti avviate un’azione giudiziaria subito finchè siete in tempo!
Ma per favore! Se già si decide di adire le vie legali proprio perchè le parti sono in netto contrasto, un contrasto così netto da richiedere di demandare a un terzo, il Giudice, la definizione della controversia, come si può pensare che una persona, seppur preparata accuratamente grazie a corsi finanziati con non si sa con quali fondi, possa riuscire a far addivenire le parti ad un accordo.
Questo purtroppo è solo un brutto tentativo di allontanare ancora di più le persone dalla possibilità di avere giustizia allungando ad infinitum i tempi per poter arrivare ad un giudizio costringendo di fatto le persone che non sono caparbie come il sottoscritto a rinunciare ai propri diritti.
E per fortuna che questo dovrebbe essere uno Stato di diritto!