No non è un gioco di parole ma un gioco al massacro.
I nostri pseudo imprenditori continuano la fuga all’estero con la scusa di aumentare la loro presenza in nuovi mercati mentre cercano soltanto di pagare di meno gli operai per aumentare i loro margini di guadagno.
No, purtroppo non è frutto della fantasia di chi scrive ma una triste realtà.
Analizziamo a mero titolo esemplificativo, il caso Fiat.
Fiat invece di investire per rimodernare e riqualificare Termini Imerese, costruito con cospicui aiuti della regione Sicilia, ora che i soldi dovrebbe metterceli lei di tasca sua preferisce chiudere e scappare dove la mano d’opera costa meno.
E’ più comodo produrre la Panda e la Cinquecento, i modelli che ultimamente vendono di più, in Polonia dove un operaio guadagna la metà (400 euro contro gli 800 di un operaio italiano) il margine di guadagno è molto maggiore visto che i prezzi di vendita li fanno considerando i costi che avrebbero producendo le macchine in Italia.
Pensiamoci prima di comprare una Panda o una 500!
Poi vogliono aumentare il numero delle vetture prodotte!
Ma per favore! Se avete già i piazzali pieni cosa volete produrre ancora? Continuate a licenziare, a mettere in cassa integrazione, a chiudere stabilimenti. Ma chi li ha più i soldi per comprare?
Se volete mercato dovete mantenere la produzione in Italia, non si può pensare di ridurre il paese a un paese di commessi in cui l’unica fonte di reddito è il commercio e in cui non esiste più nessuna forma di produzione. Ma tanto a voi non ve ne frega niente. Potete continuare a vivere tranquilli tanto i soldi li avete anche se l’Italia dovesse “fallire”.
Ci raccontate che per vendere ci vogliono prezzi più aggressivi e così licenziate e cercate mano d’opera a basso costo tanto i soldi nelle vostre casse ci arrivano sempre sia che si produca in Italia, in Polonia o in Brasile.
Mi auguro che un giorno possiate pagare la vostra scellerata strategia anche se come al solito saranno sempre operai e impiegati a pagare il prezzo della vostra ricerca del prezzo.