L’InSicurezza Stradale

Si fa un gran parlare di sicurezza stradale, qualcosa è stato fatto ma l’impressione è che sia solo fumo negli occhi per nascondere i veri problemi.

Il primo punto fondamentale per garantire realmente la sicurezza stradale sarebbe avere strade manutenute e non da Bosnia dopo il conflitto come ci ritroviamo; strade piene di buche, con l’asfalto che si scrosta o in cui, ditte che hanno effettuato scavi non hanno provveduto a ripristinare, come andava fatto, il manto stradale. E purtroppo anche le strade di nuova costruzione non fanno eccezione. La segnaletica a volte è farraginosa e ci sono intersezioni cervellotiche e mal segnalate. Si dice che i soldi per manutenere adeguatamente le strade non ci sono, però per costruire un ponte inutile sullo stretto di Messina (vi darò conto anche di questo) i soldi guarda caso si trovano e quanti soldi!

Veniamo al secondo, vero problema; l’uomo. Ora sorvoliamo sui pedoni e su alcuni ciclisti sprovvisti di patente (perchè non rendere obbligatoria la patente anche per loro?) che camminano o pedalano senza guardare, telefonando o passando impunemente col rosso tanto loro non hanno la targa; soffermiamoci sui conducenti di autoveicoli (vi risparmio la definizione ma la categoria ricomprende tutti i veicoli a motore dotati di almeno quattro ruote che siano autovetture, pullman, camion).  Basta fermarsi per mezz’ora lungo una strada, se poi è una rotatoria ancora meglio anzi peggio, mancata precedenza, sorpassi azzardati oppure intralcio alla circolazione (c’è chi va’ anche così piano ed è così insicuro da essere un intralcio per la circolazione!). Per l’uomo non si fa’ niente! Si lasciano persone alla guida anche per 70 anni filati senza controllare se in loro permangano i requisiti tecnico attitudinali per condurre veicoli a motore. Una semplice visita medica non è assolutamente sufficiente. In un mondo in cui si parla di formazione continua per quello che riguarda la guida degli autoveicoli siamo all’età della pietra! Cosa ne può sapere chi ha la patente anche solo da vent’anni di norme che periodicamente vengono riviste? Il risultato è che il semaforo è in via di estinzione sostituito dalla rotatoria che nessuno sa come percorrere. Chi sa che la rotatoria non è altro che un incrocio in cui si può andare a destra, dritto, a sinistra oppure si può fare una inversione a U imboccando nuovamente la strada da cui si è usciti? Chi sa che essendo un incrocio è quindi necessario segnalare la direzione che si intende prendere e, soprattutto, come segnalarla correttamente? Chi sa che il cartello “dare precedenza” c’è non già perchè si debba dare la precedenza a destra e a sinistra ma semplicemente perchè le rotatorie sono incroci in cui la precedenza va’ data solo ed esclusivamente a sinistra essendo il senso di circolazione antiorario e il cartello è posto solo perchè non vale la regola generale della precedenza a destra vigente in qualsiasi incrocio in cui non sia diversamente segnalato?

Sembra quasi che i politici non siano a conoscenza del problema anche se, mi viene da pensare, che l’ignoranza del problema sia purtroppo, come al solito, di comodo. Non si può pretendere che chi ha appena preso la patente sia Schumacher ma una bella verifica dopo tre anni dal conseguimento sarebbe opportuna per scremare chi era semplicemente impacciato perchè era agli inizi da chi, pur avendo la patente, non è proprio in grado di guidare e quindi la patente sarebbe da revocare. Stesso discorso sarebbe da fare ad intervalli regolari, diciamo ogni cinque anni, perchè come dicevo poc’anzi le norme cambiano e allora perchè i conducenti non dovrebbero stare al passo con i tempi? Questo prevenirebbe anche che ottuagenari che mettono la freccia a destra e poi girano a sinistra perseverassero nella guida solo perchè sono in buona salute e quindi alla visita medica la patente viene rinnovata ma non hanno più le capacità per circolare in strade sempre più congestionate. Ora voi mi direte: “se tu che sei una persona qualunque riesci a vedere queste cose perchè chi dovrebbe non le vede?”. La risposta è assai banale, Pensate a quante macchine in meno si venderebbero se la patente venisse revocata a chi non è in grado di guidare. Meno fatturato per l’industria produttrice e il concessionario che porterebbe già ad una bella riduzione degli introiti dello stato tra imposte indirette (Irpef, Irap) e imposte dirette (IVA) e contestuale riduzione del numero di addetti che a loro volta pagando le tasse sulle retribuzioni foraggiano lo Stato. Come se non bastasse si consumerebbe molta meno benzina, l’ambiente ne trarrebbe beneficio, lo Stato accumulerebbe ulteriori perdite di introiti fiscali (Accise, IVA, Irpef, Irap) perchè ci sarebbe un ridimensionamento anche nella filiera della benzina come su scritto per l’automobile. Stesso discorso per i mancati introiti del settore assicurativo e delle imprese di autoriparazione che ridurrebbe ulteriormente le somme incamerabili da parte dello Stato. E’ vero, la spesa sanitaria diminuirebbe ma probabilmente è una diminuzione di poco conto rispetto ai mancati introiti e quindi continuiamo pure così. Viva l’InSicurezza stradale di Stato.

2 Risposte to “L’InSicurezza Stradale”

  1. Mario Michele De Maria Says:

    Sacrosanto quello che ha scritto prof. Non sono d’accordo sul fatto che per la cassa tutto deve andare così come va. Occorrerebbe controllo e severità nei controlli quello che nessun governo ha più avuto il coraggio di fare.
    Giovane vicebrigadie dei CC a Trieste multai un signore che ubriaco provocò un incidente seppur senza conseguenze alle persone. Scrissi sil verbale nelle motivazioni “puzzava di vino”. All’atto del processo presso la locale Pretura nonostante avesse un avv. di fiducia il Pretore lp condannò a mesi tre di arresto e alla sospensione della patente per mesi sei. Questo per dire la differenza con oggi.
    Cordialità
    Mario M. De Maria

    • massimosconvolto Says:

      Neanch’io sono d’accordo che per la cassa debba andare tutto così come va e infatti la mia è una “denuncia” di uno stato di cose intollerabile che in nome della cassa però è perpetuato.

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